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Buona educazione ... da rottamare?

Articolo scritto il 18 Maggio 2017 nella sezione " … Cogito "

Tutti parlano di cambiamento, di rinnovamento della società - che, immeritatamente viene chiamata civile - ma pochi hanno le idee chiare su cosa fare per orientare la metamorfosi verso quell’orizzonte su cui si staglia la possibilità di una vita più umana e più giusta. In realtà, nessuno di noi è in grado di poter dire -risolutivamente- una parola sull’argomento.
Da par mio ritengo che questo cambiamento non possa prescinderci, debba avvenire dentro di noi, nel fondo della nostra coscienza, nel luogo dell’anima. Il nostro mondo ha smarrito il senso della frontiera, quello di essere -essenzialmente- una società civile. Il senso pregnante dell’appartenenza alla specie umana, il sentire che non si è soli, la nostra libertà che finisce dove inizia quella dell’altro, sono considerazioni che molti considerano desuete o, tutt’al più, verità conosciute ma sempre meno applicate. Tutti i giorni dobbiamo confrontarci con comportamenti ed atteggiamenti arroganti, violenti e disumani, che esprimono odio e rabbia con il risultato che anziché costruire la pace si inventano nuovi attriti urbani ed intestini ad ogni istante. Con il risultato che chi è stato educato in senso lato e specifico a rispettare gli altri ed i diritti altrui ha sempre la peggio, è costretto ad avvilirsi ed amareggiarsi per i continui ed insopportabili attentati alla propria dignità.
La prima cosa, prima di ogni altra, di cui riappropriarsi come una nuova pietra filosofale è un briciolo - ormai siamo a tanto! - di buona educazione che, unita ad una porzione di buon senso (non si pretende di più!), è, secondo me, da considerarsi -a ragione- un vero e proprio vademecum indispensabile a chi scelga di fare politica. Molti continuano a pensare che i politici dovrebbero essere capaci di una maggior obiettività e di una maggior tolleranza. Essi si sentono a disagio fra le accuse e le grida di vittoria e di sconfitta. Quando poi la competizione diventa continua, prolungata, scorretta, si sentono fuori posto. Non per vigliaccheria, ma perché hanno l´ impressione che non venga premiata la saggezza e la ragione, ma la capacità di manipolazione, l´astuzia, il calcolo spregiudicato. Potrà parere strano, ma c´è gente che ama la pace, le buone maniere. Nella sua vita privata, sul lavoro, cerca di non essere di parte. Si sforza di capire il punto di vista dell´ altro, di essere obbiettiva. Cerca di avere un atteggiamento imparziale, e pensa che, persino in politica, un po´ di questa imparzialità non farebbe male. Non basteranno certo le leggi ad operare il miracolo della nascita di un nuovo ceto al potere fatto di persone normali e per bene.
Ancora una volta saranno la famiglia, la scuola, la Chiesa ed anche lo Stato ad edificare un senso comune in grado di riproporre un rinnovato anelito verso il gusto della partecipazione, dell’appartenenza, dell’amor di Patria. Sì, educare i cittadini ad … essere educati significa anche investire sull’educazione dei futuri leaders politici. In democrazia, i cittadini diventano leader, ma se l´educazione si rivolge solo ai cittadini comuni, rischia di trascurare l´educazione dei leader. Parte dell´educazione invece deve occuparsi della formazione dei futuri leader della società, affinché essi comprendano esattamente le particolari responsabilità di cui sono investiti e del tratto distintivo ed esemplare che sono obbligati a tenere proprio in base al maggior potere di cui dispongono rispetto ai cittadini comuni. Non si tratta sicuramente di un’impresa facile, ma è -e rimane- l’unico sistema per uscire da quel tunnel in cui ci siamo andati a conficcare per colpa di troppa gente alla quale non è mai importato nulla del proprio prossimo. In quanto a noi, ricordiamo che il nostro prossimo siamo tutti e che nessuno si salva da solo, proprio come non si può essere felici da soli.
Tutto quello che facciamo ha la funzione di farci sentire amati ed accettati. Sappiamo bene che è l’amore a riscaldare il cuore, anche quello più sconsolato, e che si è felici quando si viene avviluppati da quel tepore. Io credo che questo valga anche per l’insieme degli uomini e che per la società serva la stessa cosa.
E’ più vivibile e più civile la società solidale, più amorevole e, per ciò stesso, più giusta. Nessuno può prescindere dalla propria umanità e dalle leggi non scritte del proprio sentire interiore. Tutto quello che abbiamo lo abbiamo avuto in dono, senza nostro merito, compresi la salute e l’intelligenza. Non è bello vivere se non in vesti e sembianze umane. A volte ci sembra davvero di avere a che fare con dei robot in grado soltanto di provocare stridore, dolore e disagi. Chi, senza ragione, taglia la strada ed insulta non ha capito proprio niente dell’esistenza umana e dell’armonico fenomenale progetto divino nel piano della salvezza. Ed una politica vera, cioè umana, non può non tenere conto di questa luminosa e sconosciuta costante.

Felice Pironti




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